Corteo della rete sociale

La rete sociale Onlus

PERCHè NON ESISTONO MALATTIE PSICHIATRICHE INCURABILI,
MA SOLO CURE INADEGUATE che le rendono tali

A cominciare, per esempio, dai luoghi di cura: “l’irrecuperabilità del malato è spesso implicita nella natura del luogo che lo ospita”, sostenne per primo Franco Basaglia. Il che significa che luoghi alienanti e segreganti – come i MANICOMI di ieri o le CASE DI CURA e le SIR (strutture residenziali intermedie) ancora usate oggi per lunghe degenze – rendono incurabili persone che, invece, migliorano in contesti dove si cura con “progetti su misura” che puntano all’inclusione sociale e familiare. E proprio a BENEVENTO si è avuta la prova che GUARIRE SI PUO’ quando c’è stata la collaborazione fra istituzioni sanitarie e associazioni di volontariato prevista dalla Legge sulla Salute Mentale. Ma quando sono cambiati i vertici sanitari e la collaborazione è venuta meno, le terapie più efficaci e rispondenti ai requisiti di legge, sono state accantonate. Risultato: oggi i pazienti e i loro parenti spesso subiscono – oltre agli effetti  della malattia – anche le conseguenze di CURE MANCATE o INADEGUATE.
Come far valere, allora, il DIRITTO A UNA CURA EFFICACE? Lo spiega in maniera semplice, attraverso testimonianze dirette, video, foto e documenti, proprio questo sito.

COME ERAVAMO …

Questo sito è diviso in due parti.

La prima parte – “COME ERAVAMO” – offre le immagini della “primavera” della Salute Mentale nel Sannio che “La Rete Sociale” ha contribuito ad avviare nel 2009: straordinarie testimonianze (riprese dal precedente blog “I lenzuoli bianchi”) che dimostrano che GUARIRE SI PUO’ in 9 tappe punteggiate da foto e video.
Un racconto illuminante, coinvolgente, fondamentale per capire l’obbiettivo da raggiungere oggi e come riuscirci.

… COME SIAMO DIVENTATI …

I malati “recuperati” in passato sono oggi un atto d’accusa contro chi ha interrotto la loro guarigione, come rivela la seconda parte di questo sito – COME SIAMO DIVENTATI – nelle “storie di ordinaria follìa” di una Salute Mentale che nel 2023 ha raggiunto un macabro record nazionale: nel Sannio, tra il 26 marzo e il 5 aprile, 4 suicidi in 10 giorni. Ma quando è cominciato lo smantellamento del Dipartimento di Salute Mentale? Nel 2016/2017: quando se n’è andato l’ultimo Direttore Generale solidale e umano, Mino Ventucci.
È iniziato con il mancato rinnovo del Direttore del Dsm proponendo ai responsabili di Puglianello, Morcone e Benevento di ruotare in quel ruolo ciascuno per 3 mesi: una proposta indecente, inaccettabile, che sottrae al Dipartimento ogni potere di autonomia e programmazione. Poi toccò al personale – che andato in pensione, non venne sostituito – e alle tante attività avviate: dal teatro allo sport, al giardinaggio. E fu la fine dei PTRI: le buste della gara dei “cogestori” non furono mai aperte. Fu persino riaperta la Sir di Arpaise – il baluardo manicomiale che avevamo fatto chiudere – e la sede sul lungofiume sostituita con un “maxi ambulatorio”.
Così si è toccato il fondo.
MA ORA SI APRE UNO SPIRAGLIO….

lE NOVITà

Ora però è necessario tornare a galla perché ci sono ancora troppe
STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

Vite sospese nel vuoto dell’incertezza

Perchè le storie vere qui raccontate; le storie di rinascita o di ricaduta; il ruolo di coloro che le hanno determinate; sono storie in cui la pazzia non sempre è del malato.
Esse rivelano, infatti, che la sua vita è condizionata dalle strategie sanitarie – spesso arbitrarie – adottate dagli uomini che i politici mettono ai vertici dell’Asl, del DSM o degli Ambiti, e dalla lobbie di burocrati che ne eseguono o contrastano le direttive.

Queste storie dimostrano, dunque, come la gravità della malattia condizioni solo in parte la vita dei malati mentali: il cui destino dipende soprattutto da responsabili sanitari più o meno competenti e solidali. La conseguenza è che chi soffre di disagio psichico deve trovare anche il coraggio di vivere sospeso nel vuoto dell’incertezza… rischiando di precipitare ogni volta che cambia il management socio-sanitario e gli interessi che si porta dietro…

storie vere

Per ricominciare a costruire un servizio di “Salute Mentale” nel Sannio
bisogna sapere che nel 2023:

Esistono leggi
per ottenere
cure efficaci

Esistono fondi
in grado di
finanziarle

Esistono
cooperative
per realizzarlo

Se qualcosa manca è solo la volontà.
Ecco allora il vademecum per aggirare questo “ostacolo”.

VADEMECUM per ottenere un
“Progetto di cura su misura”

A chi rivolgersi per ottenere un PTRI o Progetto Terapeutico Riabilitativo Individualizzato.

Come conoscere i diritti del paziente psichiatrico a una cura efficace per poterli esercitare.

A chi chiedere aiuto se il personale della Asl, del Dsm, del Sociale ostacola questo percorso terapeutico mirante a guarire e a migliorare la qualità di vita del paziente e dei suoi familiari.

clicca qui

… e se non si riesce con il “pubblico”
c’è il “privato” :
la Fondazione di Comunità di Benevento

Che cos’è una “Fondazione di Comunità”? È un ente senza fini di lucro di diritto privato, che aggrega soggetti rappresentativi della comunità locale.
Qual è il suo l’obiettivo? Raccogliere fondi per progetti che migliorino la qualità della vita della comunità, promuovendo la cultura della solidarietà e del dono.
Chi può farne parte? Tutti, purché abbiano il medesimo obiettivo: Donare.